venerdì 15 luglio 2011

NUOVO CONCORSO LETTERARIO "FACEBOOK STORIES"



Regolamento concorso
La casa editrice CastelloVolante, in collaborazione con zop.splinder.com, indice un concorso letterario gratuito aperto al popolo della rete (blogger, facebook, twitter, ecc.).

Partecipazione
Per partecipare occorre scrivere un racconto di massimo 3500 battute che abbia come tema Facebook. Il racconto va pubblicato sule proprie pagine web (blog, siti personali, facebook, ecc.) con il link al bando di concorso, oltre che inoltrato via mail in un documento word allegato ( times new roman 12, in formato .doc o . rtf) a cristina@castellovolante.com o zop@castellovolante.com, con oggetto: FACEBOOK STORIES. Chi non possiede un blog o una pagina web personale può partecipare comunque inviando il racconto via mail.

Scadenza
I racconti dovranno pervenire all’editore entro il 30 settembre 2011.

Premi
I migliori componimenti, a insidacabile giudizio della casa editrice, saranno pubblicati in un eBook e distribuito gratuitamente da CastelloVolante con uscita il primo dicembre 2011 nella collana “I fiori del web”.

Qui sotto trovato un esempio di FACEBOOK STORY!!!

Ci aspettiamo il meglio del meglio!!! Scrivete roba buona e divertente, come solo voi sapete fare!!!

* * *
Sfacebook
[di zop]















«Eh già... tu non puoi sapere di Facebook!»
«E come potrei?»
«È cambiato tutto là fuori, in questi anni. Comunque, per fartela breve, ero in metropolitana, ora di punta. Tutti ammassati. Spingi spingi, mi avvicino a una ragazza che mi faceva un sangue... Così, giusto per appiccicarmi a lei, approfittando della calca, poggiarle una mano sulla coscia facendo finta di niente e annusarla. Le solite cose...»
«E com'era? Com'era?»
«Soda. Ero dietro di lei. Appoggiato al suo fianco. Stava armeggiando con l'i-phone, quelli che vanno anche in Internet. Da dietro sono riuscito a sbirciare che era connessa a Facebook.»
«Età?»
«Venti. Comunque, non riuscivo a vedere che cosa stesse facendo esattamente. Non sapevo se la pagina che consultava era la sua o se stava scrivendo a qualcuno dei suoi contatti...»
«E com'era vestita?»
«Era estate, aveva un vestitino un po' aperto. Da dietro riuscivo a guardarle nella scollatura. Indossava un reggiseno nero. Poi ho estratto anch'io il cellulare e, senza che se ne accorgesse, le ho scattato una foto.»
«Nella scollatura?»
«Ma no! In viso. Bisogna fotografare bene il volto. Poi ho usato il software di riconoscimento facciale.»
«Cosa?»
«Se sei su Facebook, anche se tu non hai mai postato tue foto, qualcuno dei tuoi amici, di sicuro, l'avrà fatto. Magari a una festa di compleanno, a una cena, in vacanza. Anche a tua insaputa. Basta che ti abbia taggato...»
«Cosaaa?»
«Basta che abbia scritto il tuo nome sotto la foto. Il software di riconoscimento ti trova. E a quel punto sai anche il nome. Da lì è un attimo. Basta andare su 123 People...»
«Sei troppo tecnico, per me!»
«Scusa. Ti basti sapere che in dieci minuti ho saputo qual era la sua pagina Facebook, ho trovato il suo sito di fotografie su Flickr... c'erano delle sue foto al mare che non ti dico!»
«In topless?»
«Anche. Poi ho trovato la sua mail e l'ho messa dentro Google. Ho scovato un suo vecchio annuncio pubblicato su un sito, regalava cuccioli di cagnolino. E lì aveva messo anche il suo numero di telefono! Era fatta. Risalire al suo indirizzo è stato un attimo.»
«E allora sei andato da lei?»
«No. Mi son fatto aggiungere ai suoi amici di Facebook. Prima volevo conoscerla. Volevo sapere che cosa le piacesse, sapere tutto di lei...»
«Come il gatto con il topo.»
«Ho una decina di account Facebook, tutti falsi. E non è stato difficile riuscire a farmi aggiungere tra gli amici. A quel punto era nelle mie mani. Potevo sapere dov'era, che faceva, chi frequentava, chi era il suo ragazzo... Credeva di parlare con un coetaneo. E io non facevo che sorprenderla e anticiparla. Ogni volta le dicevo di me qualcosa che sapevo che le piacesse. E ogni volta si stupiva e mi rispondeva: “anch'io!” Mi ha chiesto una foto. E le ho fatto vedere le foto di uno che sapevo sarebbe stato il suo tipo...»
«Sei un diavolo.»
«Alla fine è stata lei a darmi l'appuntamento! Basta saperci fare. E siccome sapevo che non lo avrebbe detto al suo ragazzo e che sarebbe stato un incontro clandestino... potevo andare tranquillo.»
«Tutte troie alla fine... quelle fidanzate sono le peggiori.»
«Aspetta. Sta arrivando il secondino... è l'ora d'aria, continuiamo dopo...»
«Ma senti... E se non c'era Facebook, come avresti fatto?»
«Come vuoi che avrei fatto? L'avrei seguita dalla metropolitana fino a casa. E lì l'avrei seviziata e fatta fuori senza tanta tecnologia. Come ho sempre fatto con tutte le altre! Ma vuoi mettere?»


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